Puro Sabor 2018: mercoledì

Puro Sabor 2018: mercoledì

Puro Sabor 2018: mercoledì 779 438 Giuseppe Mitolo

Nella giornata di mercoledì tutti i gruppi si sono spostati in direzione Estelì, distante circa 190 chilometri dalla città di Granada.

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Il viaggio, durato circa due ore prima di una sosta presso le coltivazioni Victor Calvo, ci ha dato modo di osservare meglio la realtà nicaraguense al di fuori di Granada. Durante il tragitto abbiamo appurato, ancora una volta, di quanto le strade di questo Paese siano molto diverse da come le conosciamo: oltre alle buche e all’assenza di guard-rail, occorre sorpassare carretti trainati da bestie da soma o schivare esili cavalli e mucche che pascolano ai bordi della carreggiata senza un pastore. La vegetazione, al di fuori dei piccoli centri abitati, si impone in tutta la sua maestosità in quanto l’impatto dell’uomo sul territorio è minimo: oltre a qualche sporadica baracca o fattoria, solo i tralicci della rete elettrica e i muretti a secco sono rivelatori di una minima civilizzazione. Sullo sfondo di questa campagna, si scorgono le montagne e gli altopiani, lì dove sorge anche Estelì, posizionata a 135 metri di altitudine (rispetto ai 35 di Granada).
Per intermezzare le circa tre ore di viaggio complessive, come dicevamo, è stata programmata una sosta nella finca di Victor Calvo.

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Questa è stata la prima giornata dedicata alla coltivazione delle piante di tabacco. Ciò che ha particolarmente attirato la nostra attenzione è stata la completa schermatura del tabaco tapado (da cui si ricavano foglie di fascia): robusti teli di fibra vegetale circondano completamente tutta la zona di coltivazione sia per limitare l’azione del sole e restituire foglie più sottili sia per proteggerle da agenti patogeni. Le foglie di capa sono le più pregiate, per via delle loro caratteristiche e per la lavorazione particolare alle quali vengono sottoposte. Tutto ciò si riflette anche sul prezzo,  che può raggiungere i 30 dollari per libbra.

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Ripreso il viaggio, ci siamo spostati presso la finca Plasencia per il pranzo, dove lo stesso Nestor ha accolto personalmente i partecipanti, salutandoli uno ad uno con vigorose strette di mano e pacche sulle spalle. L’ampio giardino affianco alla grande struttura è stato coperto per l’occasione da tendoni bianchi che ombreggiavano i tavoli, concedendo una piacevole frescura a tutti i commensali. I sigari proposti sono stati Plasencia Alma del Campo, Brick House Connecticut e El Galan Reserva Especial. La musica, come di consueto, non manca mai e durante il pranzo un gruppo ha suonato i più rinomati successi di Frank Sinatra e alcuni altri successi del passato, dando luogo ad un’atmosfera magica.

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Nel primo pomeriggio ciascun gruppo ha fatto tappa ad una diversa manifattura: il team di cigarslover si è recato a Nicaragua American Cigars S.A. (NACSA) dove, dietro la guida di Steve Saka, vengono prodotti molti marchi, fra i quali ricordiamo Mi Querida e Asylum.

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All’interno della fabbrica ci ha positivamente colpito la presenza di quattro ragazzi e una ragazza non vedenti, intenti a conteggiare le foglie di fascia. “E’ giusto offrire una opportunità di un lavoro dignitoso anche a loro” ha commentato Saka.
Dopo il tour della fabbrica, ci hanno fatto accomodare ad un lungo tavolo, dove ciascuno aveva dinanzi a sé tutto l’occorrente per rollare un sigaro: tabla, goma e chaveta. In realtà, più che un sigaro, abbiamo rollato un bonche di volado e un altro di viso: l’esperienza era finalizzata a farci fumare il risultato di ciascun piano fogliare per comprendere in prima persona le differenze di gusto, aromi e combustione. Ci è sembrato inutile chiedere quale fosse il risultato della torcida in sé, poiché l’ironico sorriso stampato sul volto del jefe de production ci ha fatto pensare quanto sia lunga la strada per diventare un torcedor! Servono circa 3 mesi di scuola (in Nicaragua) solo per potersi avvicinare alla professione.

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Al termine della visita, ciascun partecipante è stato omaggiato con una busta di canapa contenente sigari e altri prodotti tipici del Nicaragua (dolciumi, caffè e rum).

La cena si è svolta presso Joya de Nicaragua, dove l’atmosfera creatasi è stata subito di gran festa e brio: il mood musicale era affidato ad un rinomato DJ del posto che è stato in grado di trascinare gran parte della gente con le tipiche sonorità latino-americane. I colori e l’avversario dei 50 anni di attività della fabbrica che vanta la storia più lunga del Nicaragua, hanno creato un connubio perfetto.

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Durante la cena un mastro ronero versava ron attingendolo direttamente dal barile con l’aiuto di un particolare strumento che rendeva spettacolare il servizio. Il rum era il Flor de Cana 12, offerto in modalità quasi cask strength (è stato lievemente allungato con acqua, ma la gradazione alcolica era decisamente superiore al 40% che si trova in commercio).

I sigari offerti sono stati i robustos di Joya de Nicaragua Antaño Gran Reserva, Padron (uno speciale formato e miscela realizzata appositamente per l’evento) e un Karen Berger Maduro, che hanno consentito a tutti di fumare fino a notte inoltrata, non senza ron e tutto il ritmo latino-americano.